Buio e luce
Un pomeriggio all’uscita da scuola Giulia, una ragazza diciassettenne di Milano, ricca di energia e voglia di vivere, incontrò alla fermata del pullman un ragazzo. Notò subito una sua particolarità: si muoveva in modo incerto, aveva un bastone con il puntale rosso e portava degli occhiali neri. Forse non ci vedeva? La ragazza rimase subito incuriosita e affascinata
da quella “strana” persona.
Nonostante fosse molto timida Giulia voleva saperne di più: su di lui, sul suo bastone e i suoi occhiali, su quel tipo di disabilità che – da quanto ne sapeva – costringeva le persone nel buio. Dopo averci pensato un po’, prese coraggio e si presentò al ragazzo. Fu così che conobbe Alessio, un giovane della sua stessa età, che da poco si era trasferito a Milano per motivi di lavoro dei suoi genitori.
Nei minuti di attesa del pullman, conversando con Alessio, Giulia scoprì con grande sorpresa che lui era una persona piena di talenti, sogni e desideri. In particolare aveva una grande passione per la musica, tanto è vero che fino a poco prima di trasferirsi nel capoluogo lombardo aveva studiato a Roma in conservatorio: il pianoforte era il suo strumento preferito, ci si era dedicato parecchio e il sogno era quello di darci dentro ancora per molto tempo.
Poco dopo arrivò il pullman di Alessio, e così si salutarono. Chissà se e quando si sarebbero rivisti…
Giulia rimase molto colpita da quella conversazione e rifletté tutto il giorno su come potesse essere difficile la vita di uno col bastone e gli occhiali neri, un’esistenza piena di ostacoli e di barriere. Verso sera, un po’ per scherzare, un po’ per gioco, provò a chiudersi nella sua camera, abbassò le tapparelle, spense la luce e provò a fare le cose che faceva sempre: cercare i libri, preparare la cartella, trovare i suoi jeans preferiti … Niente da fare: ad ogni
suo movimento in quel buio finto corrispondeva un incidente stradale con l’armadio o una sedia. Senza parlare del fatto che in cartella aveva messo il libro di matematica anziché quello di italiano!
Il giorno seguente, una volta uscita da scuola, la ragazza si recò ancora alla stessa fermata nella speranza di incontrare di nuovo quel ragazzo strano, e così accadde. Infatti, quasi nascosta tra le persone che pigiavano alla fermata, vide arrivare Alessio e non ci pensò due volte a chiamarlo con il desiderio di parlargli. Si sentì però un po’ meno contenta in quel secondo incontro. Non tanto per Alessio che era lo stesso del giorno prima, ma perché stavolta le sembrava che loro due, che stavano solo parlando, fossero un po’ troppo “osservati” da tutte quelle persone. Persone stipate come sardine in attesa di un autobus e che magari, del resto come aveva fatto lei il giorno prima, a quel ragazzo con bastone e occhiali neri ci pensavano, facendosi un sacco di domande e forse con qualche pregiudizio.
Comunque, l’incontro “alla fermata” diventò pian piano una routine fino alla fine dell’anno scolastico, finché i due ragazzi non diventarono inseparabili, spinti da una forte simpatia reciproca. Nel tempo Giulia imparò che la disabilità di Alessio non lo definiva come persona. Anzi, la sua cecità era soprattutto una parte importante di ciò che lo rendeva speciale. E così Giulia iniziò a vedersi un po’ “speciale” anche lei, giusto per sentirsi un po’ come lui, provare le stesse emozioni, paure, bisogni e desideri.
In questo loro “sentirsi speciali” si aiutarono insieme a superare le barriere, le difficoltà, gli impedimenti e le sfide che ogni giorno la vita mette davanti a tutte le persone, disabili e non, che hanno dei progetti o dei sogni da realizzare: la vita è dura per tutti e ci si può dare una mano l’un l’altro. Tanto è vero che Alessio fu più importante per Giulia, di quanto lei lo fosse per lui! Certo lei, mentre sedevano insieme al pianoforte, lo aiutava a capire e interpretare le partiture che lui non poteva vedere, ma lui le insegnò prima ad apprezzare quello che sembrava solo un ingombrante strumento, poi a suonarlo, contagiandola con l’amore per la musica, una predisposizione molto piacevole che Giulia neppure sapeva di avere. E così fu lui, il cieco che viveva al buio, a “farle vedere” una nuova luce dentro di sé.
classe 2AEI Acquamondo Contest 2024