La 5ASIA dà voce a Piero Calamandrei
Un sentito applaudo, i complimenti anche del Presidente dell’ANPI di Luino Prof. Emilio Rossi e del membro del direttivo ANPI prof. Petrotta Giovanni e le note de “La guerra di Piero” hanno accompaganto la commemorazione degli studenti della classe 5ASIA che, coordinati dalla prof.ssa Antonella Sonnessa, hanno interpretato stralci del discorso di Piero Calamandrei ai giovani, sulla nascita della Costituzione.
Al termine della cerimonia tenutasi in Piazza Risorgimento gli studenti e le studentesse hanno visitato la mostra “I colori del mondo nelle foto di Francesco Malavolta” presso Palazzo Verbania
Di seguito il testo della drammatizzazione e il loro reportage fotografico.
Piero Calamandrei, politico e avvocato italiano, nel 1955 a Milano tenne un discorso agli studenti sulla nascita della Costituzione, diventato famoso, ecco alcune parti di quella lezione.
Nella Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli
In articoli si sentono delle voci lontane.
Nell’articolo 2 “L’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, politica, economica e sociale” o nell’articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli”, questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini.
nell’articolo 8 “Tutte le confessioni religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge” ma questo è Cavour!
nell’articolo 5 ”La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali” ma questo è Cattaneo!
nell’articolo 52 io leggo, a proposito delle forze armate “L’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, l’esercito di popolo, ma questo è Garibaldi!
all’articolo 27 “Non è ammessa la pena di morte” ma questo è Beccaria!!
Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!!
giovani caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi quando vi ho detto che questa è una Carta morta: no, non è una Carta morta.
Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
classe 5ASIA