“ INVENTA UNA FAVOLA…..”

Nel corso dell’anno scolastico, nelle ore curricolari di Lettere la prof,ssa Michela Badiali,
con il supporto del docente Sergio Russo ha sviluppato con la classe 1CEI un laboratorio
di scrittura “inventa una favola o una fiaba”. Ciascuno studente ha realizzato un
proprio elaborato, seguendo le linee guida condivise in classe che ha scelto quattro testi
da condividere.
Da questi racconti emerge non solo la creatività, ma anche la sensibilità verso quelle
tematiche relazionali che si instaurano soprattutto tra gli adolescenti. Le stesse,
trasformate e riadattate dalla loro fantasia, ci permettono di avere una finestra sul loro
mondo e sui loro pensieri. Indispensabile alla sensibilizzazione verso questi argomenti è
stato anche il lavoro nell’ambito di Educazione Civica svolto durante l’anno.

FIORE DI GIUGNO
di Tommaso T. L. – 1C EI

C’era una volta, in un lontano e splendido paese orientale, un bimbo con i
capelli neri come il carbone.
Per nove mesi restò nella pancia di una donna che lo amava e l’aveva fatto
crescere dentro di lei al caldo e protetto. Quando nacque, la donna diventò
molto triste perché si rese conto di non essere in grado di crescerlo. Decise di
affidarlo alle cure delle Didi che vivevano nella “Casa dei bambini” in mezzo
alle risaie. Sapeva che lì avrebbero trovato dei genitori giusti per lui, che lo
avrebbero amato e cresciuto con la cura che lui si meritava. In quella casa,
insieme a lui, c’erano tanti altri bambini e trascorrevano insieme il loro tempo.
Dall’altra parte del Mondo viveva una coppia di persone in cerca di un bimbo.
Abitava in un’accogliente casa ai piedi di una collina. Da molto tempo nel loro
cuore cresceva il desiderio di avere un bambino da amare e curare, ma il
tempo passava e il loro sogno non si era ancora realizzato.
Un giorno decisero di andare dal grande Saggio per parlarne con lui. Il
grande Saggio pose loro tante domande per essere sicuro che fossero bravi
a fare la mamma e il papà. Alla fine decise che erano pronti e li mandò dalle
fatine e dai folletti che trovano i bambini nel Mondo. Ci sono tanti bambini che
non hanno più genitori, ma bisogna essere sicuri che siano quelli giusti, quelli
che il Destino ha affidato a loro.
Passarono i giorni, mesi e mamma e papà pensavano sempre di più al loro
bimbo nel Mondo e anche se non lo avevano ancora incontrato lo amavano
già tantissimo.
Tutte le sere guardavano il cielo e si chiedevano cosa stesse facendo e se
qualcuno si prendesse cura di lui.
Un giorno la mamma ricevette una bellissima telefonata dal folletto Rino: –
Abbiamo trovato il vostro bambino! Viene da un lontano paese e ha i capelli
neri come il carbone. Presto preparate le valigie e correte a prenderlo!

Mamma e papà prepararono grandi valigie dove misero tutte le cose
necessarie per il piccolo appena nato e anche regali per gli altri bambini e per
le Didi che si erano prese cura di lui.
Salirono su un grande aereo e volarono sopra montagne e mari,
attraversarono continenti per raggiungerlo.
Quando videro il loro piccolo fu amore a prima vista! Era il bambino più bello
del mondo e la coppia lo riconobbe ancora prima di sapere che era proprio
lui. Lo presero tra le braccia e lo coccolarono. 
All’inizio il bimbo era un po’ pensieroso e si chiedeva: 

Chi sono queste persone così gentili, ma così diverse da me?
Ma poco dopo si sentì al sicuro nelle loro braccia e si addormentò. 
Tutti e tre presero un aereo e tornarono a casa dove ad aspettarli c’erano i
nonni, gli zii e tanti amici… che gran festa per il piccolo bambino!
Oggi è diventato grande e il suo sorriso e i suoi occhi ricordano ogni giorno
quel meraviglioso paese dove è nato.

IL CORVO E IL PAVONE
di Cristian G. – 1C EI

In una foresta del Sud America, molto tempo fa, vivevano due pennuti molto
differenti.
L’atmosfera nella selva era molto socievole, gentile e soprattutto inclusiva.
Quest’ultima caratteristica veniva trascurata soltanto da un animale, il
Pavone.
Lui ridacchiava e prendeva in giro sempre e solo un elemento della
compagnia degli animali, il Corvo, un uccello molto gentile, ma con un
aspetto fisico malandato e poco curato.
Questo tema era l’argomento principale degli scherni del Pavone.
Ogni giorno le discussioni riversavano nel bullismo. Come sei bello corvetto – canzonava il Pavone. Veramente? Grazie! – rispondeva il Corvo. Ah ah ah ah – rideva sonoramente – sto scherzando, ovviamente, come si può dire che una versione di me totalmente nera e rovinata possa essere bella?

Fidati di me – diceva il Corvo – io credo molto nel destino e nel lieto fine!
Devi sapere che io non sarò bello esteticamente, ma possiedo la Bellezza
interna, e te ne accorgerai!
Il Pavone non credendoci, tornava sempre a vantarsi in giro, noncurante delle
parole del Corvo.
Un giorno d’estate arrivò un violento temporale. Un fulmine squarciò il cielo e
la sua scintilla innescò un incendio, bloccando il Pavone che ebbe difficoltà a
volare tra i rami caduti.
Il Corvo, vedendo l’animale in fin di vita, provò ad aiutarlo e ci riuscì.

Una volta in salvo il Pavone si rese conto di quanto fosse importante il valore
posseduto dal Corvo, cioè, la Bellezza interna che si manifestò sotto forma di
due concetti fondamentali: l’umiltà e la gentilezza.


IL LUPO E LA VOLPE
di Julian M. G. – 1C EI

C’era una volta nella foresta un lupo molto prepotente, che pensava di essere
il re di quel luogo. 
Un giorno mentre stava prendendo in giro un capriolo, sentì una voce alle
spalle urlargli: – Basta prendere in giro il povero capriolo! – 
Era la Volpe.
Il Lupo scoppiò in una grossa risata e fece per papparsela, quando lei disse: –
Se mi mangi, il mio amico Orso ti cercherà e ti sbranerà! – 
A quelle parole il Lupo rise ancora più fragorosamente di prima e replicò: – In
questa foresta non ci sono orsi, volpe! – 
Lei allora si limitò a dirgli di seguirla, così da dimostrargli che aveva ragione.
Il Lupo, sicuro di se, acconsentì.
Arrivarono in una radura poco distante, quando la Volpe disse scaltramente
che doveva andare a fare i suoi bisogni e sfrecciò dentro la foresta. 
In realtà andò dall’altra parte della radura e, con una foglia abbastanza
grossa, fece delle impronte sul terreno. Poi prese dei sassolini bianchi
abbastanza grandi e li mise per terra, come se fossero dei denti.
Ritornò dal Lupo e lo condusse proprio in quel luogo.
Quando il Lupo vide la scena il suo cuore saltò un battito. Poi guardò la
volpina: – Va bene amica mia, ho deciso che non sei per nulla commestibile…
ma io sto morendo di fame. Mi potresti far vedere un posto dove posso
rimpinzarmi? – 
La Volpe lo portò davanti alla sua tana e gli disse: – Là dentro, c’è una
famiglia di caprioli.- 
Senza nemmeno ringraziare, il Lupo corse verso la tana, ma una volta
arrivato all’ingresso sprofondò. Era una trappola che aveva costruito la Volpe.
Il Lupo gridò: – Tirami subito fuori di qui! – 
La Volpe si affacciò e con un ghigno disse: 

Così impari a fare il prepotente! E nella foresta non vivono gli orsi! –
Il Lupo ululò furibondo e provò a scalare il dirupo, senza successo.
Da quel giorno nella foresta ci fu la pace.

L’ORIGINE DELLA PUZZOLA
di Matteo R. – 1C EI

C’era una volta la Prufola.
Questo animale aveva una pelliccia di un candido bianco ed era anche il più
profumato di tutto il Mondo, tutti le volevano bene e stavano con lei. 
I cani, gli uccelli, i pesci e perfino gli insetti erano ossessionati dal suo
profumo fantastico che faceva perdere la testa.
Gli unici animali che non sopportavano quell’odore erano le mosche che,
appena si avvicinavano alla Prufola, scappavano disgustate dall’intenso
profumo.
Un giorno arrivò al cospetto della Prufola un animale a quattro zampe
cicciottello, rosa e molto puzzolente, il Maiale.
Appena si avvicinò, tutti gli animali che stavano adorando la Prufola si misero
dietro all’animale più profumato sentendo il terribile odore del Maiale. Salute a voi Prufola – disse il Maiale. 
La Prufola, sentendo il suo odore, rispose disgustata:  Stai indietro o tu che puzzi così tanto, il tuo odore mi disgusta, per favore va
a lavarti. Hai anche delle chiazze marroni sulla pelle.
Il Maiale, benché offeso e furioso, continuò a essere gentile. Puzzo così tanto perché ho la pelle delicata e mi rotolo nel fango per
proteggerla dai raggi del sole. Mi disgusti! – rispose la Prufola, storcendo il naso. Come puoi preferire questo odore schifoso e rotolarti nel fango invece di
essere pulito, profumato e bellissimo come la sottoscritta? Io non mi pento di avere questo odore e di essere sporco! Il tuo parere o
l’opinione di tutti gli animali mi entra in un orecchio e mi esce dall’altro! Io
sono libero! – esclamò il Maiale.
La Prufola fece per parlare ma si fermò, perché apparve da dietro il Maiale
una nube nera e verde.
Erano le Mosche e la più grossa del gruppo si appoggiò proprio sulla testa
del Maiale, annusandolo felice.
La Mosca appoggiata sulla testa del Maiale era la Mosca Re e, guardando la
Prufola, cominciò a parlare: Prufola, noi siamo le mosche e siamo gli insetti che hanno mandato il
Maiale per vedere se lo avresti accettato. Invece, si è rivelato che sei un
essere disgustoso perché l’hai solamente discriminato per il suo odore, senza
prima averlo conosciuto per bene.

La Prufola sbuffò indifferente e come risposta la Mosca Re, insieme a tutte le
altre mosche, iniziò a ronzare e a parlare in coro:

Tu, Prufola, ti sei divertita a essere la più profumata di tutto il Mondo, ma è
ora di finirla. Da oggi sarai la più puzzolente e tutti gli animali ti staranno
lontani.
Terminate queste parole sulla pelle della Prufola apparvero delle strisce nere
e dal suo sedere uscì una nube verde. Gli animali che si erano nascosti dietro
di lei furono colpiti e si allontanarono nauseati.  CHE SCHIFOOOO! – Urlarono in coro gli esseri viventi della terra, del mare e del cielo con occhi spaventati.
Il Maiale rise, ma si mostrò compassionevole: Perchè non sfrutti questa puzza per difenderti? Almeno sarebbe utile.
La Prufola continuò a emanare un odore pestilenziale da sotto la coda. 
In pochissimo tempo, in tutto il giardino, l’unico animale rimasto fu la Pruf…,
anzi no, la Puzzola!
Da quel giorno la Puzzola, appena vede un animale, si avvicina felice per fare
amicizia ma esso, sentendo il suo odore, si allontana nauseato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *