DANTEDI’_ 6 MAGGIO

(Inferno XV, 41)

Però va oltre: i’ ti verrò a’ panni;
e poi rigiugnerò la mia masnada,
che va piangendo i suoi etterni danni.

Masnada, che troviamo anche in Purgatorio II, 130 (masnada fresca, ‘gruppetto appena arrivato’), indica in questo passo, nelle parole di Brunetto Latini, la schiera di anime, con significato analogo a quello di greggia, che il maestro di Dante usa nella terzina precedente. Nel toccante dialogo tra Dante e Brunetto, dunque, la parola non ha alcun significato peggiorativo, semmai fa leva sulla condizione di sventura e pena di coloro che vi appartengono. La parola masnada, dal lat. parl. *mansionata(m), ‘gente di casa’, nel Medioevo indicava sia l’insieme dei servi che vivevano nella casa di un signore, sia l’insieme degli uomini armati del signore feudale, sia la compagnia di ventura; in seguito vede circoscritta progressivamente la propria area semantica alle armi e alla compagnia di ventura, passando poi ad assumere il valore dispregiativo che ha tuttora.

I.B.

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