Riflessioni degli studenti a seguito delle uscite didattiche alla Gera di Voldomino

“E’ il 7 ottobre del 1944 e gli otto partigiani risparmiati dal fuoco fascista vengono condotti, fatti sfilare a piedi nudi per le vie di Voldomino, fino a Brissago e qui cinque di loro vengono fucilati. Una testimone, allora bambina, restituisce a noi, attraverso le parole del prof. Carlo Banfi, una struggente testimonianza. Assiste alla fucilazione e ricorda in particolare un partigiano ormai senza vita, morto con gli occhi spalancati, occhi di un azzurro intenso, rivolti al cielo.

Quegli occhi azzurri spalancati, che guardano il cielo restano impressi nella mia mente e mi struggo cercando di immaginarli… scavo dentro la mia mente, provo a chiudere i miei occhi per poterli vedere… Sono gli occhi di un ragazzo che aveva quasi la mia età e che senza ribellarsi a chi avrebbe dovuto ribellarsi, ai fascisti, a chi aveva privato la nostra nazione della libertà, ha affrontato la morte proprio in nome di quella libertà così cara e desiderata quando non la si possiede e così spesso scontata per noi giovani di oggi” (Noemi)

“La visita al Sacrario della Gera ha suscitato in me grandi emozioni e innumerevoli pensieri: mentre il presidente dell’ANPI esponeva l’orribile eccidio del 7 ottobre 1944, noi studenti eravamo lì al freddo ad ascoltare attoniti quella testimonianza come se fosse stata la prima volta (sebbene non ascoltassimo quella terribile storia per la prima volta, l’uscita è stata preceduta da una conferenza e lezioni in classe della docente di storia). Quel freddo che penetrava nelle ossa ha risvegliato in me l’emozione di quei partigiani, la voglia di combattere, di vincere contro l’ignoranza e la follia di chi vuole privarci dei nostri diritti. Poi, osservando quei giovani nelle foto esposte al Sacrario d’improvviso mi son ritrovata a fare i conti con la realtà, ho immaginato i loro corpi ormai senza più emozioni, ormai privi di vita…ho ripensato alla paura di una madre, di un padre di perdere i propri cari, alla paura dei figli di restare orfani. La storia ci permette di conoscere ciò che è accaduto prima di noi. Non condivido ciò che è stato. Purtroppo, ancora oggi, tante sono le forme di violenza perpetrate dai potenti ai danni dei più deboli, ancora oggi, si sente parlare di razzismo, di omofobia… ancora oggi, ci viene imposto di lottare in nome e a difesa della nostra cara libertà!” (Marika)

“La storia di questo triste evento ci insegna a non ripetere gli errori dei nostri predecessori.” (Jamila)

“Noi stessi, dopo la giornata di oggi, dobbiamo diventare testimoni delle tragedie accadute durante la Resistenza per poterle raccontare in futuro ai nostri figli e nipoti. La storia è “maestra di vita” e in quanto tale non può essere taciuta a noi e alle generazioni future.” (Mirko)

“Sono convinta fermamente che questi eventi debbano essere raccontati e tramandati di generazione in generazione affinché si impari dalla storia a non ripetere gli errori. Noi giovani ascoltando ed imparando dobbiamo operare nella nostra società affinché tutto ciò non accada mai più. Non credo sia giusto che molte persone solo per avere idee differenti da chi sta al potere meriti di perdere ogni forma di rispetto e di dignità e di essere perseguitato e trucidato. Una sensazione di vuoto e di profonda tristezza mi ha assalito improvvisamente visitando i luoghi della Gera. Credo che ogni forma di “ignoranza” debba essere combattuta, affinché questi errori, frutto del solo egoismo umano, non si ripetano mai più.” (Sabrina)20171115_103752

“Il mio pensiero va non solo ai giovani partigiani barbaramente trucidati ma a quegli uomini e donne che con il loro coraggio e la loro forza, spesso a costo della propria vita,  hanno aiutato e accompagnato tanti partigiani ed ebrei ad attraversare la frontiera per trovare la salvezza nella vicina Svizzera, in particolare a Don Folli, parroco di Voldomino che dopo l’8 settembre del 1943 ha ospitato e aiutato perseguitati politici, Ebrei ricercati, prigionieri alleati, fuggiti dai campi di concentramento, giovani renitenti alla leva, per amore della carità verso il prossimo.” (Alessia)

“L’esperienza al Sacrario della Gera ha consentito a noi studenti di poter approfondire alcune delle pagine più importanti della nostra storia: il nazifascismo e la Resistenza. E’ spesso insolito fare lezione fuori dalle mura della classe e, soprattutto, conoscere la storia attraverso i testimoni che l’hanno vissuta in prima persona, ma il risultato è stato senza dubbio positivo.”

a cura degli alunne e alunni della 3ATUR e la prof.ssa F. Parente

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